Perché in Italia è così difficile perseguire i crimini ambientali?

L’Italia negli ultimi anni ha visto susseguirsi gravi casi di disastri ambientali: dall’inquinamento delle acque della Campania allo sversamento di idrocarburi in Basilicata, fino ai roghi tossici di rifiuti in Campania e Lazio sottolineando l’importanza del perseguire i crimini ambientali con ogni mezzo. Eppure, accertare le responsabilità penali e punire i colpevoli sembra essere un’impresa ardua nel nostro Paese. Perché?

Uno dei problemi è che nell’ordinamento italiano manca una legge organica sui reati ambientali. Le relative fattispecie sono sparse nel Codice penale, Codice dell’ambiente e legislazione speciale. Ciò crea lacune e incertezze interpretative, anche e nonostante l’introduzione dei delitti di inquinamento e disastro ambientale (articolo 452-bis e articolo 452-quater del Codice penale) non ha colmato il vuoto normativo.

In secondo luogo, la natura tecnico-scientifica di questi reati richiede indagini complesse, cui non sempre investigatori e magistrati sono preparati. Manca formazione specifica sul campo e i primi impieghi di droni aerei per cogliere in flagranza i piromani, ad esempio, sono lodevoli iniziative che cii auguriamo vengano replicate su tutto il territorio.

Infine pesa la debolezza delle sanzioni dal momento che le condanne tutto sommato lievi previste non hanno un effetto realmente deterrente laddove invece servirebbero pene più severe e un rafforzamento della responsabilità degli Enti preposti a perseguire i crimini ambientali.

Insomma, per garantire legalità ambientale in Italia occorrono riforme profonde, a partire da una legge organica di principi in materia di ecoreati. Solo così si potranno punire in modo efficace i disastri ecologici.

Gettando uno sguardo all’estero, notiamo che gli Stati Uniti hanno una legislazione molto avanzata in materia, e la Environmental Protection Agency (EPA) ha poteri di investigazione, sanzione e azione legale molto incisivi con pene per reati ambientali severe, con multe salatissime e detenzione.

Anche in alcuni paesi nord-europei come Germania e Scandinavia vige tolleranza zero verso questi crimini. Le procure ambientali sono organi specializzati con risorse adeguate. Le indagini sono rapide e le condanne esemplari.

Altri spunti interessanti vengono dal Regno Unito, che ha istituito un’Agenzia ambientale indipendente, e dalla Spagna, con tribunali specializzati.

In Italia servono sicuramente organi investigativi e giudiziari altamente specializzati, leggi chiare e uniformi, collaborazione tra enti, sanzioni penali e amministrative realmente dissuasive.