Sì all’indulto, ma è bagarre alla Camera
Scontro fra Di Pietro e Bertinotti. L’ex pm: «Online chi ha inciuciato». La Cdl insorge: «Si dimetta». E alla fine il via libera divide i Poli. Il testo da sabato al Senato per il via libera definitivo.
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Scontro fra Di Pietro e Bertinotti. L’ex pm: «Online chi ha inciuciato». La Cdl insorge: «Si dimetta». E alla fine il via libera divide i Poli. Il testo da sabato al Senato per il via libera definitivo.
Indulto per tutti i reati commessi entro il 2 maggio 2006 nella misura non superiore a tre anni per le pene detentive e non superiore a 10.000 euro per quelle pecuniarie sole o congiunte a pene detentive. Lo prevede il ddl approvato dalla Commissione Giustizia della Camera.
È iniziata questa mattina alla Camera la discussione generale sul provvedimento d’indulto. A favore del provvedimetno varato dalla commissione e che negli obiettivi dei promotori dovrebbe esere approvato dal Parlamento definitivamente prima della pausa estiva dei lavori, sono schierati Ulivo, Fi, Prc, Pdci, Rosa nel Pugno, Udeur, Pdci, Verdi. Contrari la Lega e, al momento, Italia dei Valori e buona parte di An.
Di Pietro ha chiesto un vertice all’Unione prima del voto dell’aula che potrebbe arrivare a Montecitorio già domani.
L’applicazione retroattiva delle leggi che introducono pene più miti è la regola, una regola con un valore così forte che può essere sacrificato da una legge ordinaria solo in favore di interessi di analogo rilievo e attraverso una deroga che deve superare il vaglio positivo della ragionevolezza.
Approvata all’unanimità il 9 novembre la risoluzione del Consiglio superiore della magistratura lancia un allarme sugli effetti dell’indulto: per il documento l’80% dei processi pendenti rischia di finire con un nulla di fatto.
Il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha approvato all’unanimità il parere sull’indulto. Nel documento si pongono in rilievo le stime fornite dai presidenti e procuratori generali delle maggiori corti d’appello: l’80% dei procedimenti pendenti potrebbe concludersi con pena condonata.
E’ passato poco più di un anno dall’ultimo indulto e si torna a discutere dell’opportunità di tali strumenti per affrontare l’emergenza legata al sovraffollamento delle carceri, insostenibile sia per le condizioni psico-fisiche e igieniche dei carcerati che per il conseguente stress del personale di servizio. Uno studio recente ha analizzato statisticamente i cambiamenti nel numero e nelle tipologie di crimini successivi all?indulto del 2006 e agli atti di clemenza degli ultimi quaranta anni.
Due sono i risultati inequivocabili. Dopo l’ultimo provvedimento le rapine in banca, l’unico dato criminale già disponibile, sono quasi raddoppiate. Più in generale, a seguito di indulti o amnistie, varie tipologie di crimine subiscono improvvise impennate.
I dati dell’Abi e dell’Istat (….)
L’analisi costi-benefici (….)
Una selezione di detenuti (…)
Il voto ha premiato gli unici due partiti che si sono opposti all’indulto. Non a caso. L’indulto non solo ha fatto aumentare l’attività criminale in Italia, ma ha anche modificato la composizione dei flussi migratori, finendo per attrarre nel nostro paese più criminali che altrove. Tanto che oggi quattro italiani su dieci temono gli immigrati, non per il lavoro, ma per i reati che possono commettere. Se non si rafforza la repressione dell’attività criminale in Italia prima o poi saremo costretti a chiudere le frontiere. A quel punto, importeremmo solo immigrazione irregolare, in un circolo vizioso di illegalità che alimenta nuova illegalità.