Accompagnamento alla pensione 2023: cos’è e a chi spetta l’emolumento aggiuntivo

Accompagnamento alla pensione 2023: cos’è e a chi spetta l’emolumento aggiuntivo

L’accompagnamento alla pensione è un beneficio previsto dalla legge italiana che mira a garantire un sostegno economico ai lavoratori che si avvicinano all’età pensionabile. Questo emolumento aggiuntivo, introdotto nel 2019, è stato pensato per agevolare il passaggio dalla vita lavorativa alla pensione, fornendo un aiuto economico a coloro che si trovano in una situazione di particolare fragilità economica.

L’accompagnamento alla pensione è disciplinato dall’articolo 1, comma 182, della legge n. 205/2017, che ha introdotto questa misura nel sistema previdenziale italiano. Secondo quanto stabilito dalla normativa, l’emolumento aggiuntivo spetta ai lavoratori che, al momento del pensionamento, abbiano un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e che abbiano raggiunto l’età pensionabile prevista dalla legge.

L’età pensionabile varia in base alla categoria di lavoratori. Ad esempio, per i dipendenti del settore privato, l’età pensionabile è di 67 anni, mentre per i lavoratori autonomi è di 66 anni e 7 mesi. È importante sottolineare che l’accompagnamento alla pensione non è un diritto automatico, ma viene erogato solo a coloro che ne fanno richiesta e che rispettano i requisiti previsti dalla legge.

Per ottenere l’emolumento aggiuntivo, i lavoratori devono presentare domanda all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, entro 6 mesi dalla data di pensionamento. La domanda può essere presentata online, tramite il sito web dell’INPS, oppure presso gli uffici territoriali dell’istituto. È importante compilare correttamente la domanda, indicando tutti i dati richiesti e allegando la documentazione necessaria per comprovare i requisiti di accesso all’accompagnamento alla pensione.

L’importo dell’emolumento aggiuntivo varia in base all’anzianità contributiva del lavoratore. In particolare, per ogni anno di contributi versati oltre i 35 anni richiesti, viene riconosciuto un importo pari al 2% dell’assegno pensionistico. Ad esempio, se un lavoratore ha versato contributi per 40 anni, avrà diritto a un emolumento aggiuntivo pari al 10% dell’assegno pensionistico.

È importante sottolineare che l’accompagnamento alla pensione non è cumulabile con altre prestazioni economiche erogate dall’INPS, come ad esempio l’assegno sociale o la pensione di invalidità. Inoltre, l’emolumento aggiuntivo viene erogato per un periodo massimo di 5 anni, a partire dalla data di pensionamento. Trascorso questo periodo, il lavoratore non ha più diritto all’accompagnamento alla pensione.

È fondamentale ricordare che l’accompagnamento alla pensione è un beneficio che mira a sostenere i lavoratori che si trovano in una situazione di particolare fragilità economica. Pertanto, l’INPS verifica le condizioni economiche del richiedente per valutare l’accesso all’emolumento aggiuntivo. In particolare, viene preso in considerazione il reddito complessivo del nucleo familiare e il patrimonio immobiliare posseduto.

In conclusione, l’accompagnamento alla pensione è un beneficio previsto dalla legge italiana che mira a garantire un sostegno economico ai lavoratori che si avvicinano all’età pensionabile. Questo emolumento aggiuntivo viene erogato ai lavoratori che, al momento del pensionamento, abbiano un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e che abbiano raggiunto l’età pensionabile prevista dalla legge. È importante presentare domanda all’INPS entro 6 mesi dalla data di pensionamento e fornire tutti i documenti necessari per comprovare i requisiti di accesso. L’importo dell’emolumento aggiuntivo varia in base all’anzianità contributiva del lavoratore e viene erogato per un periodo massimo di 5 anni. L’INPS verifica le condizioni economiche del richiedente per valutare l’accesso all’emolumento aggiuntivo.