fallimento societario: le nuove norme sui reati
Il fallimento di una società rappresenta un momento critico per tutti gli attori coinvolti: dai soci ai creditori, passando per i dipendenti e gli amministratori. Proprio per tutelare gli interessi di tutte le parti coinvolte, sono state introdotte nuove norme che riguardano i reati commessi in ambito di fallimento societario.
La legge n. 146 del 2019, nota come “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”, ha introdotto importanti modifiche al sistema normativo italiano in materia di fallimento societario. In particolare, sono state rafforzate le disposizioni relative ai reati commessi durante il procedimento di fallimento, al fine di contrastare fenomeni come l’insolvenza fraudolenta, l’occultamento di beni e la distrazione di attività.
Uno dei principali obiettivi delle nuove norme è quello di prevenire e reprimere comportamenti illeciti che possono aggravare la situazione di crisi dell’impresa e danneggiare i creditori. A tal fine, è stato introdotto il reato di bancarotta fraudolenta, che punisce chiunque, in occasione di una procedura di fallimento, distrugge, deteriora o occulte beni o documenti contabili, al fine di eludere il controllo dell’autorità giudiziaria.
Inoltre, è stato introdotto il reato di distrazione di attività, che punisce chiunque, in occasione di una procedura di fallimento, sottrae o distrae beni o attività dell’impresa, al fine di trarne un vantaggio personale o di favorire terzi. Questo reato è particolarmente importante per contrastare fenomeni come la liquidazione fraudolenta di beni o l’alienazione di attività a prezzi sottostimati.
Le nuove norme prevedono anche l’aggravamento delle pene per i reati di bancarotta e di distrazione di attività commessi in occasione di una procedura di fallimento. In particolare, è prevista la reclusione da 3 a 10 anni per la bancarotta fraudolenta e da 2 a 8 anni per la distrazione di attività. Inoltre, è prevista la confisca dei beni utilizzati per commettere il reato e il divieto di svolgere attività imprenditoriale per un periodo di tempo determinato.
È importante sottolineare che le nuove norme non si limitano a punire i reati commessi in occasione di una procedura di fallimento, ma introducono anche misure volte a prevenire la crisi d’impresa e favorire il superamento della stessa. Ad esempio, è stato introdotto il concordato preventivo, un accordo tra l’impresa e i creditori che consente di evitare il fallimento e di ristrutturare il debito.
In conclusione, le nuove norme sui reati commessi in occasione di un fallimento societario rappresentano un importante strumento per contrastare comportamenti illeciti e tutelare gli interessi di tutte le parti coinvolte. È fondamentale che gli amministratori e i soci delle società in crisi siano consapevoli delle nuove disposizioni normative e agiscano in conformità ad esse. Solo così sarà possibile favorire il superamento della crisi e garantire una maggiore trasparenza e legalità nel settore delle imprese.
Riferimenti normativi:
– Legge n. 146 del 2019 (Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza)