Il reato di omicidio stradale è una nuova fattispecie introdotta nel 2016 contro chi provoca incidenti mortali senza prestare soccorso…
Prima della riforma, questi eventi erano di competenza del giudice civile e soggetti a un semplice risarcimento danni a favore dei parenti delle vittime dell’incidente ma ora configurano invece un vero e proprio reato, punito con pene severe: da 8 a 12 anni se si provoca la morte di una persona, e da 5 a 10 anni se le vittime sono più di tre.
In aggiunta, le aggravanti prevedono l’arresto fino a 18 anni se il conducente era sotto effetto di alcol o droghe. Nella fattispecie del reato di omicidio stradale rientrano condotte pericolose come l’eccesso di velocità, il passaggio col rosso, le inversioni vietate e tutte le situazioni in cui si riscontri il requisito fondamentale della presenza di un nesso causale tra la violazione commessa e l’incidente mortale.
L’introduzione di questo reato mira a punire condotte stradali estremamente pericolose e dare un segnale di maggiore rigore.
Segnaliamo per completezza il dibattito aperto su alcuni aspetti ‘accessori’ e critici, come l’automatica sospensione della patente, vista da alcuni come una pena preventiva anticipata e la regolamentazione delle aggravanti anzidette che è stata in parte modificata dalla Corte Costituzionale.
Nonostante gli aspetti da perfezionare, l’il reato di omicidio stradale ha segnato un cambio di rotta nella lotta alla violenza sulle strade, nell’ottica di una maggiore sicurezza e responsabilità alla guida.
Consigliamo la lettura della nostra guida: Multe, contravvenzioni e verbali per violazioni del CdS