Multe, contravvenzioni e verbali per violazioni del CdS

Chi non ha mai ricevuto una busta verde contenente multe, contravvenzioni e verbali per la contestazione di una qualche violazione al Codice della Strada? In questa guida vedremo le fattispecie più comuni di multe mettendo ordine fra luoghi comuni ricorrenti e analizzando una normativa in continuo cambiamento e per questo spesso involontariamente non rispettata dagli stessi Agenti che redigono i verbali delle contravvenzioni.

Cominciamo con una piccola curiosità: le multe, così come le contravvenzioni, in verità andrebbero chiamate sanzioni amministrative visto che le “multe” vere e proprie sono dei pagamenti, previsti dal codice penale, come pena per chi abbia commesso un delitto. Le “contravvenzioni” invece sono, in realtà, un tipo specifico di reato punibile con l’arresto o l’ammenda. Le violazioni al Codice della Strada sono, fortunatamente, dei semplici illeciti amministrativi che non riguardano per nulla il diritto penale e quindi andrebbero chiamate sempre e solo “sanzioni amministrative”. [Vedi l’approfondimento su: sanzioni amministrative]

Fatta questa precisazione, va detto che tutto quanto riguarda le strade, dalla loro costruzione, ai veicoli che possono percorrerle e ovviamente anche le regole da rispettare con le sanzioni in caso di loro violazione, sono contenute nel testo normativo che chiamiamo comunemente “Codice della Strada”. E come tutte le norme, anche il CdS è in continua evoluzione per cui, qualunque sia la contestazione ricevuta, è sempre consigliato fare una ricerca e consultare l’articolo citato nel verbale sul nuovo Codice della Strada dove possono essere riportati, ad esempio, nuovi importi delle sanzioni. [Vedi l’approfondimento su: nuovo Codice della Strada]

Non tutti i verbali per violazioni del CdS sono della stessa gravità. Scelte nel mare magnum delle “multe” elevate ogni giorno, ne vedremo anzitutto 3, largamente diffuse, in cui le conseguenze della condotta antisociale del colpevole sono estremamente marcate e, successivamente, altre 3 anch’esse estremamente diffuse ma che non mettono direttamente in pericolo l’incolumità del trasgressore o altrui e prevedono quindi sanzioni solo economiche e di modesta entità.

Multa semaforo rosso – Tra le violazioni alle norme della circolazione stradale più pericolose in assoluto c’è anzitutto il mancato rispetto della segnaletica stradale e, in questo caso, del semaforo che regola il traffico in un’intersezione stradale. Salvo i pochi e ben circoscritti casi in cui si possa fare ricorso contro queste “multe” con ragionevoli aspettative di vittoria, la sanzione per chi debba risponderne ha un’importante variazione, come vedremo nella scheda specifica, tra il minimo e il massimo della sanzione pecuniaria applicabile, anche a seconda di specifiche caratteristiche del trasgressore e di circostanze oggettive del momento della violazione. [Vedi l’approfondimento su: Multa semaforo rosso]

Altrettanto dicasi nel caso di multa per eccesso di velocità. A seconda del tipo di strada, a seconda del fatto che il conducente sia neo-patentato o no, a seconda di specifiche condizioni che richiedano un superiore livello di prudenza nella guida, il Codice della Strada prevede diversi limiti di velocità e diverse sanzioni che possono arrivare a migliaia di Euro con sospensione della patente fino a 1 anno se non addirittura la revoca nel caso di recidiva. [Vedi l’approfondimento su: multa per eccesso di velocità]

Tra quelle più emesse per violazione del limite di velocità vanno di sicuro citate le multe autovelox, ossia quelle “multe” rilevate da apparecchiature il più delle volte lasciate a operare autonomamente e incustodite, meno spesso operate da personale sul posto, che prevedono la verbalizzazione e quindi la contestazione successivamente al momento dell’infrazione che non viene quindi contestata tempestivamente. [Vedi l’approfondimento su: multe autovelox]

Ultime, non certo per minor pericolosità, le “multe” per guida in stato di ebbrezza per le quali si può correttamente usare anche il termine contravvenzioni visto che, oltre un certo tasso alcolemico rilevato nel sangue del trasgressore, assumono addirittura rilievo penale. Le sanzioni rispecchiano in pieno la pericolosità sociale della guida: fino a 6 mila Euro di sanzione, arresto fino a 1 anno, con ulteriore inasprimento nel caso di neo-patentati, nel caso in cui avvenga in ore notturne oltre che nel caso in cui si sia provocato un incidente. [Vedi l’approfondimento su: guida in stato di ebbrezza]

Multa divieto di sosta. Come anticipato, di tutt’altro spessore sono le “multe” per chi lasci il proprio mezzo fuori dagli spazi in cui la sosta sia permessa, per le quali è prevista una sanzione di poco conto e, generalmente, nessuna decurtazione di punti della patente ma, attenzione, in particolari circostanze anche queste possono rivelarsi trasgressioni tutt’altro che trascurabili. Si pensi al caso in cui il veicolo lasciato dove la sosta non sia ammessa ostacoli la circolazione dei mezzi pubblici oppure di altri mezzi privati, magari di portatori di handicap o di altri veicoli regolarmente in sosta che non possano riprendere la marcia. Impedire ad altri il legittimo esercizio di un proprio diritto integra l’autonomo diritto di violenza privata e, se come conseguenza del veicolo in sosta non regolare ci fosse un incidente in cui qualcuno restasse ferito, o peggio, potrebbe perfino configurarsi il delitto di omicidio colposo! [Vedi l’approfondimento su: Multa divieto di sosta]

Certamente ancora meno pericolose ma altrettanto frequentissime le multe ZTL, ossia quelle per aver transitato nelle Zone a Traffico Limitato senza il premesso richiesto. La disciplina delle zone regolamentate varia a seconda di ciascuna città, alcune premiano i veicoli non inquinanti con l’accesso libero mentre disincentivano l’accesso dei veicoli inquinanti obbligandoli ad acquistare un pass, altre volte a essere disincentivato è tutto il traffico facendone una questione semplicemente di numero di veicoli autorizzati a muoversi, ad esempio, all’interno di un centro estremamente ridotto. [Vedi l’approfondimento su: multe ZTL]

Multa assicurazione scaduta. Ultima in questa guida su multe, contravvenzioni e verbali per violazioni del CdS è quella elevata a chi circoli con l’assicurazione scaduta. Anche se non esiste più l’obbligo di esporre il contrassegno, i più attuali (e discutibili) sistemi in dotazione a certe pattuglie sono capaci di interrogare le banche dati delle assicurazioni in base alla lettura automatica dei numeri di targa dei veicoli che transitino davanti al dispositivo di controllo automatico. Inutile dire che, circolare con l’assicurazione scaduta oltre il termine di tolleranza previsto, espone se stessi al rischio di pagare una sanzione di varie migliaia di Euro, di vedere il veicolo sequestrato affinché non possa circolare, di non essere indennizzato e soprattutto di dover rispondere con il proprio patrimonio personale dei danni eventualmente provocati a terzi. [Vedi l’approfondimento su: Multa assicurazione scaduta]

A ciascuna di queste frequentissime sanzioni abbiamo dedicato una scheda di approfondimento perché se ne comprenda la ratio a fondamento e si possa confrontare la normativa di inquadramento con il proprio caso concreto verificandone la corretta applicazione o meno. Ovviamente, questa non è una “guida su come essere irresponsabili alla guida” per cui invitiamo chiunque a riflettere sulla propria condotta prima di lanciarsi alla ricerca di un motivo per impugnare il verbale ricevuto. Specialmente quando, qualunque sia delle precedenti, la sanzione ricevuta preveda la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida se non addirittura il ritiro della patente.

Sospensione patente – Nei casi di maggior pericolosità della condotta, al responsabile viene preclusa la possibilità di commettere la stessa violazione mediante la sospensione della patente. In alcuni casi la sospensione scatta già con la prima infrazione, in altri casi quando la stessa infrazione (che già la prima volta aveva comportato un’importante decurtazione di punti della patente) venga ripetuta entro un certo lasso di tempo previsto dalla Legge. E come sempre, delle scusanti (cioè delle situazioni previste dalla Legge come tali) possono invalidare sia la sanzione principale che quella accessoria di sospensione patente. [Vedi l’approfondimento su: Sospensione patente]

Anche se l’effetto è lo stesso impedendo al trasgressore di mettersi alla guida, La sospensione della patente è leggermente diversa dal ritiro patente con cui la patente è altrettanto concretamente, materialmente, trattenuta dall’Agente che procede alla verbalizzazione dell’infrazione. Quale differenza quindi tra sospensione patente e ritiro patente? Semplificando molto possiamo dire che il ritiro avviene quando l’Agente valuti l’impossibilità del trasgressore di continuare nella guida in quel momento senza ulteriore pericolo per se stesso e per gli altri. La sospensione patente invece vuole inibire un’ennesima grave violazione al Codice della Strada da parte dello stesso soggetto recidivo, senza che esista un pericolo attuale e concreto per sé e la collettività. [Vedi l’approfondimento su: Ritiro patente]

Decurtazione punti patente – Senza arrivare ai casi sopra citati, abbiamo già visto come, a seconda della loro gravità, le violazioni al CdS possono prevedere (o non prevedere) la sanzione accessoria della “semplice” perdita di alcuni punti della patente. Il sistema, in principio corretto, offre al conducente stesso la misura di quanto la propria guida sia “corretta” vedendo il saldo iniziale di 20 punti aumentare fino a 30 per i guidatori più ligi al CdS o ridursi fino a dover sostenere di nuovo l’esame per la patente, se non fosse che… la decurtazione punti patente avviene spesso per violazioni non accertate direttamente, lasciando quindi al trasgressore di confermare la propria o l’altrui responsabilità. [Vedi l’approfondimento su: Decurtazione punti patente]

Prescrizione multe – Tra i tanti motivi per cui una multa possa non essere pagata e le sanzioni accessorie non applicate, c’è quello della intervenuta prescrizione. Il fatto che si sia inequivocabilmente violata una norma del Codice della Strada e che il responsabile sia assolutamente certo, non significa che il Cittadino debba restare “per sempre” a disposizione dell’Ente che ha (o avrebbe) diritto all’irrogazione della sanzione. Vedremo nella scheda sulla “prescrizione multe” quali siano i tempi previsti dal Codice civile oltre i quali ci si possa considerare liberi anche se nulla vieta di pagarla comunque. [Vedi l’approfondimento su: Prescrizione multe]

Pagare multa – Per chi senta di doverlo o si sia rassegnato a doverlo fare, esistono molti modi di pagare una multa, a cui se ne aggiungono sempre di nuovi. Unico consiglio che sentiamo di dare è, se non si intende procedere con la contestazione della multa e un ricorso, di pagare quanto prima per beneficiare della riduzione del 30% sull’importo della sanzione che altrimenti può essere perfino raddoppiato se si aspetta troppo. [Vedi l’approfondimento su: Pagare multa con lo sconto del 30%]

E’ opinione di chi scrive che la stessa “intransigenza” impiegata nei confronti del trasgressore, fin da prima che sia scaduto il termine entro il quale possa giustificare la propria condotta o apportare fatti e circostanze tali da scagionarlo, debba essere impiegata per far valere i propri diritti nei confronti dell’Ente sanzionante, ancor più visto che si avvale di personale, professionale, per la contestazione multa. Senza arrivare ai casi limite di alcuni Comuni che sono stati riconosciuti colpevoli di aver manomesso le apparecchiature in proprio possesso per elevare illegittimamente un gran numero di sanzioni, ad esempio, accorciando i tempi del “giallo” dei semafori per immortalare incolpevoli automobilisti nell’atto di non rispettare il “rosso” scattato a tradimento, esiste comunque una vastissima casistica di errori materiali e di interpretazioni di comodo alle quali è doveroso opporsi con la contestazione della muta ricevuta. In primis con una istanza di annullamento in autotutela e, se non soddisfatti, con ricorso al Prefetto o al Giudice di pace. [Vedi l’approfondimento su: —]

Ricorso multa – Vedremo nella scheda dedicata quali siano i punti da verificare e sui quali, a giudizio di ci scrive, convenga puntare con il proprio ricorso e come presentarlo, anticipando qui però alcune considerazioni generali che riteniamo vadano comunque attentamente valutate: tempi, difficoltà e costi “occulti”. La prima, i tempi. Anche se per presentare ricorso al Prefetto o ricorso al Giudice di pace non serve obbligatoriamente l’assistenza di un avvocato (tranne che per le sanzioni più gravi), il ricorrente che agirà in propria difesa, oltre che preparare, notificare e depositare il testo del “ricorso multa”, dovrà anche presenziare alle udienze investendovi diverse mezze giornate nel corso di alcuni anni. La seconda, le difficoltà. Oltre a scrivere il ricorso, questo va notificato all’Ente prima, e in Cancelleria poi. E il fascicolo andrà seguito in ogni passo successivo sia per conoscere le udienze fissate, sia per conoscere quale documentazione sia stata depositata da controparte (e replicare se del caso). Infine i costi. Senza calcolare le ore investite in ricerche su Internet, si dovrà versare il Contributo unificato, pagare le notifiche e, nel caso in cui il ricorso sia respinto, andranno molto probabilmente pagate le spese legali che controparte avrà sostenuto. [Vedi l’approfondimento su: —]

Molto più agile è il ricorso al prefetto che tende a risolversi in tempi brevi giacché non avvia un vero e proprio giudizio ma si limita all’analisi da un punto di vista amministrativo dei motivi di impugnazione con il rischio però, in caso di rigetto, della condanna al pagamento delle spese di procedura e alla sanzione impugnata nella misura “almeno doppia”. [Vedi l’approfondimento su: —]


Link utili e di approfondimento:
ASAPS, il portale della sicurezza stradale

Image credit: Fotogramma di Alberto Sordi, Il vigile, 1960