La tutela dei diritti civili è un tema centrale per un Paese democratico e inclusivo come il nostro in cui negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti significativi nella tutela delle minoranze in Italia per proteggere gruppi vulnerabili e comunità spesso discriminate come stranieri, rom, persone Lgbt+ anche se, va detto, restano numerose criticità da affrontare.
Sul piano normativo, l’Italia ha ratificato le principali convenzioni internazionali e introdotto leggi per il contrasto dei crimini d’odio e i discorsi d’incitamento all’odio, e anche la giurisprudenza ha progressivamente ampliato diritti e tutele pur restando però ancora vuoti legislativi come, ad esempio una legge contro l’omofobia, attesa da anni.
Accanto al quadro giuridico, è necessario tuttavia lavorare anche sul piano culturale. Come dimostrano episodi di cronaca e intolleranza diffusa, permangono pregiudizi radicati contro le diversità e serve dunque una costante opera di sensibilizzazione, a partire dalle scuole, che richiede certamente tempo ma che è indispensabile…
Le Istituzioni locali giocano un ruolo chiave nel favorire integrazione e pari opportunità attraverso positive iniziative di dialogo inter-religioso e inter-culturale, così come importante anche sostenere associazioni territoriali che offrono servizi e supporto, per non dimenticare infine i media che devono dare voce non stereotipata alle minoranze.
Garantire uguali diritti e dignità per tutti è una frontiera nella tutela delle minoranze in Italia che il nostro Paese deve continuare a perseguire con impegno con la consapevolezza che le diversità arricchiscono una società e vanno valorizzate.
Il Decreto Zan
Al momento, la frontiera dove si combatte per conquistare una maggior tutela delle minoranze in Italia è la legge contro l’omotransfobia, spesso indicata come DDL Zan dal nome del relatore del Disegno di legge, che ha lo scopo di contrastare più efficacemente discriminazioni e crimini d’odio contro persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender ampliando la legge Mancino del 1993 che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’incitamento all’odio e alla violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.
Così come formulato, la Legge Zan andrebbe ad aggiungere all’articolo 604 bis del Codice penale anche i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità ed inoltre, verrebbero puniti atti discriminatori e violenti anche solo associabili a queste motivazioni. Infine si istituirebbe una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia.
Dopo vari rinvii e polemiche, l’iter parlamentare del DDL Zan è stato bloccato al Senato, ma il dibattito prosegue nella società civile.
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