La legittimazione attiva e passiva nelle vertenze sindacali

La legittimazione attiva e passiva nelle vertenze sindacali

La legittimazione sindacale, la rappresentatività e le azioni collettive sono temi fondamentali nel contesto delle vertenze sindacali. La legittimazione attiva riguarda la possibilità per il sindacato di agire in giudizio a tutela degli interessi dei lavoratori, mentre la legittimazione passiva si riferisce alla posizione del datore di lavoro o dell’ente pubblico chiamato in causa. Vediamo nel dettaglio come si articola questo complesso sistema normativo.

La legittimazione sindacale è il presupposto fondamentale per l’esercizio delle azioni collettive da parte dei sindacati. Essa è disciplinata dall’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300/1970), che stabilisce che i sindacati rappresentativi possono agire in giudizio per la tutela degli interessi collettivi dei lavoratori. La rappresentatività sindacale, a sua volta, è regolata dall’articolo 19-bis dello stesso Statuto, che prevede i requisiti che un sindacato deve possedere per essere considerato rappresentativo.

La legittimazione attiva dei sindacati è riconosciuta sia per le azioni di natura collettiva che per quelle di natura individuale. Nel primo caso, i sindacati possono agire in giudizio per la tutela degli interessi collettivi dei lavoratori, ad esempio per il riconoscimento di diritti contrattuali o per la difesa dei lavoratori in caso di licenziamenti collettivi. Nel secondo caso, invece, i sindacati possono rappresentare i lavoratori in giudizio anche per le controversie di natura individuale, come ad esempio i licenziamenti individuali o le controversie relative al contratto di lavoro.

La legittimazione passiva, invece, riguarda la posizione del datore di lavoro o dell’ente pubblico chiamato in causa. In caso di azioni collettive, il datore di lavoro o l’ente pubblico possono essere chiamati a rispondere delle violazioni dei diritti dei lavoratori o delle norme contrattuali. In caso di azioni individuali, invece, il datore di lavoro può essere chiamato a rispondere delle violazioni dei diritti del singolo lavoratore, come ad esempio un licenziamento ingiustificato.

Per quanto riguarda i riferimenti normativi, oltre agli articoli dello Statuto dei lavoratori già citati, è importante menzionare anche l’articolo 2 del Decreto Legislativo 23/2015, che disciplina le azioni collettive per la tutela dei diritti individuali dei lavoratori. Questo decreto ha introdotto la possibilità per i sindacati di promuovere azioni collettive anche per la tutela dei diritti individuali dei lavoratori, ampliando così il campo di intervento dei sindacati nelle vertenze sindacali.

In conclusione, la legittimazione attiva e passiva nelle vertenze sindacali è un tema di fondamentale importanza per garantire la tutela dei diritti dei lavoratori. La legittimazione sindacale, la rappresentatività e le azioni collettive sono strumenti che consentono ai sindacati di agire in giudizio per la tutela degli interessi collettivi e individuali dei lavoratori. È quindi fondamentale che i sindacati siano riconosciuti come rappresentativi e che siano garantite loro le necessarie prerogative per svolgere il loro ruolo di tutela dei lavoratori.