Le periferie delle nostre città sono spesso teatro di episodi di criminalità minorile dove l’accoppiata baby gang e degrado è indice di illegalità diffusa…
Baby gang che commettono reati, atti di vandalismo gratuito, spaccio di droga all’aria aperta. Fenomeni che rendono alcuni quartieri delle vere e proprie zone franche, dove i residenti vivono con paura e si sentono abbandonati dalle istituzioni.
Secondo l’ultimo rapporto di Save the Children, in Italia sono oltre un milione i minori che vivono in contesti di povertà assoluta. Situazioni familiari difficili e deprivazione socio-economica sono il terreno fertile per la devianza giovanile come confermano anche i dati della Polizia secondo i quali i reati commessi da minori sono sempre in aumento negli ultimi anni con un +40% di furti ed uno scoraggiante +24% di rapine.
C’è quindi un problema sociale grave da affrontare di cui baby gang e degrado sono l’indice.
Occorre potenziare gli strumenti normativi. Il Daspo urbano, che vieta l’accesso a certe aree ai pregiudicati, e il reato di aggregazione criminale, introdotto dal Decreto Sicurezza, non bastano. Servono più centri di aggregazione giovanile, operatori di strada, assistenti sociali. E riqualificazione urbana per restituire vivibilità a questi quartieri favorendo uno sviluppo sociale e culturale dei residenti.
Le periferie non possono essere ghetti in cui si concentrano tutte le criticità e le fasce più fragili vengono abbandonate. Se vogliamo davvero sconfiggere baby gang e degrado, e l’illegalità connessa, dobbiamo curare le cause profonde del disagio.
Nessun adolescente è criminale per destinazione: offrirgli opportunità, alternative e modelli positivi è la chiave per salvarlo e garantire vivibilità e sicurezza ai quartieri difficili di tutte le nostre città.
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