Regime misto di calcolo della pensione 2023: come funziona e come si quantifica

Regime misto di calcolo della pensione 2023: come funziona e come si quantifica

Il regime misto di calcolo della pensione è una delle novità introdotte dalla riforma delle pensioni del 2019, che entrerà in vigore nel 2023. Questo nuovo sistema prevede una combinazione tra il calcolo contributivo e il calcolo retributivo, al fine di garantire una maggiore equità nella determinazione dell’importo della pensione.

Ma come funziona esattamente il regime misto? Innanzitutto, è importante sottolineare che il calcolo contributivo tiene conto esclusivamente dei contributi versati durante la carriera lavorativa, senza considerare l’ammontare delle retribuzioni percepite. Al contrario, il calcolo retributivo si basa sulla media delle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro.

Nel regime misto, il calcolo della pensione avviene in due fasi. Nella prima fase, si determina l’importo della pensione utilizzando il calcolo contributivo. Questo significa che verranno presi in considerazione i contributi versati durante la carriera lavorativa, con l’applicazione di un coefficiente di trasformazione che tiene conto dell’aspettativa di vita media.

Nella seconda fase, invece, si applica il calcolo retributivo. In questo caso, si calcola la media delle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro e si applica un coefficiente di trasformazione che tiene conto dell’aspettativa di vita media. L’importo ottenuto viene poi sommato all’importo calcolato nella prima fase, ottenendo così l’importo finale della pensione.

Ma come si quantifica l’importo della pensione nel regime misto? Per fare ciò, è necessario conoscere i coefficienti di trasformazione previsti dalla legge. Questi coefficienti sono stabiliti in base all’aspettativa di vita media e vengono aggiornati periodicamente.

Ad esempio, se l’aspettativa di vita media è di 85 anni e il coefficiente di trasformazione è del 2%, significa che ogni anno di contributi versati equivale al 2% dell’importo della pensione. Pertanto, se si hanno 40 anni di contributi, l’importo della pensione sarà pari all’80% dell’importo calcolato nella prima fase.

È importante sottolineare che nel regime misto, il calcolo della pensione tiene conto sia dei contributi versati che delle retribuzioni percepite. Questo significa che coloro che hanno avuto una carriera lavorativa caratterizzata da retribuzioni elevate potranno beneficiare di un importo di pensione più elevato rispetto a chi ha avuto una carriera caratterizzata da retribuzioni più basse.

Inoltre, è importante sottolineare che il regime misto non riguarda tutti i lavoratori. Esso si applica solo a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo l’entrata in vigore della riforma delle pensioni del 2019. Per coloro che hanno iniziato a lavorare prima di tale data, continuerà ad applicarsi il vecchio sistema di calcolo della pensione.

In conclusione, il regime misto di calcolo della pensione rappresenta un importante cambiamento nel sistema previdenziale italiano. Esso mira a garantire una maggiore equità nella determinazione dell’importo della pensione, tenendo conto sia dei contributi versati che delle retribuzioni percepite durante la carriera lavorativa. Tuttavia, è importante tenere presente che il regime misto non riguarda tutti i lavoratori e che l’importo della pensione dipenderà anche dai coefficienti di trasformazione previsti dalla legge.