Azione revocatoria fallimentare: quando è possibile farla valere

Azioni revocatorie per gli atti compiuti dal fallito prima del fallimento

L’azione revocatoria fallimentare è uno strumento giuridico che consente al curatore fallimentare di annullare gli atti compiuti dal fallito prima del fallimento, al fine di recuperare i beni o i crediti che potrebbero essere stati trasferiti in modo fraudolento o pregiudizievole per i creditori. Questa azione è disciplinata dall’art. 2901 del Codice Civile italiano e può essere esercitata solo dal curatore fallimentare, che rappresenta gli interessi dei creditori nel procedimento di fallimento.

L’azione revocatoria fallimentare può essere promossa solo se sono presenti determinati presupposti. Innanzitutto, l’atto oggetto di revocatoria deve essere stato compiuto dal fallito prima del fallimento. Inoltre, l’atto deve essere stato compiuto in pregiudizio dei creditori, cioè deve aver ridotto il patrimonio del fallito o deve aver favorito alcuni creditori a discapito degli altri. Infine, l’atto deve essere stato compiuto in modo fraudolento, cioè con l’intento di eludere i creditori o di sottrarre loro dei beni.

Per poter far valere l’azione revocatoria fallimentare, il curatore deve proporre un’azione in tribunale entro un determinato termine. Secondo l’art. 2903 del Codice Civile, il termine per proporre l’azione è di un anno dal giorno in cui è stato dichiarato il fallimento. Tuttavia, se l’atto oggetto di revocatoria è stato compiuto in danno dei creditori in modo fraudolento, il termine per proporre l’azione è di cinque anni dal giorno in cui è stato compiuto l’atto.

È importante sottolineare che l’azione revocatoria fallimentare può essere promossa anche nei confronti di terzi che hanno ricevuto i beni o i crediti oggetto di revocatoria. Questi terzi possono essere persone fisiche o giuridiche, e devono essere chiamati in causa nel procedimento di revocatoria. Inoltre, il curatore può chiedere al tribunale di dichiarare inefficace l’atto oggetto di revocatoria, cioè di annullarlo retroattivamente.

Le azioni revocatorie per gli atti compiuti dal fallito prima del fallimento sono uno strumento importante per tutelare i creditori nel procedimento di fallimento. Grazie a queste azioni, il curatore può recuperare i beni o i crediti che sono stati trasferiti in modo fraudolento o pregiudizievole per i creditori. In questo modo, si cerca di ripristinare l’equilibrio tra i creditori e di garantire una distribuzione equa dei beni del fallito.

È altresì importante sottolineare che l’azione revocatoria fallimentare può essere promossa anche nei confronti di atti che apparentemente sembrano leciti, ma che in realtà sono stati compiuti con l’intento di pregiudicare i creditori. Ad esempio, se il fallito ha venduto un bene ad un prezzo molto inferiore al suo valore di mercato, l’atto potrebbe essere annullato mediante l’azione revocatoria fallimentare.

In conclusione, le azioni revocatorie per gli atti compiuti dal fallito prima del fallimento sono uno strumento fondamentale per tutelare i creditori nel procedimento di fallimento. Grazie a queste azioni, il curatore fallimentare può recuperare i beni o i crediti che sono stati trasferiti in modo fraudolento o pregiudizievole per i creditori. È importante che i creditori siano consapevoli di questa possibilità e che si rivolgano al curatore per far valere i propri diritti. Da considerare che l’azione revocatoria fallimentare può essere un’arma efficace per recuperare i propri crediti e ottenere una giusta ripartizione dei beni del fallito.