Imu per coniugi separati con residenze in comuni diversi: le regole

Imu per coniugi separati con residenze in comuni diversi: le regole

L’Imu, acronimo di Imposta Municipale Unica, è un tributo che viene applicato sui fabbricati e sulle aree edificabili. La sua gestione può risultare complessa quando si tratta di coniugi separati che hanno residenze in comuni diversi. In questo articolo, cercheremo di fare chiarezza sulle regole che disciplinano l’applicazione dell’Imu in questi casi.

La normativa vigente prevede che l’Imu debba essere pagata dal possessore dell’immobile. Nel caso dei coniugi separati con residenze in comuni diversi, la situazione può risultare più complicata. Infatti, se entrambi i coniugi sono proprietari di un immobile, ognuno di loro dovrà pagare l’Imu relativa alla propria quota di proprietà.

Per determinare la quota di proprietà di ciascun coniuge, si fa riferimento a quanto stabilito dal codice civile. In particolare, l’articolo 540 del codice civile prevede che, in caso di separazione dei coniugi, ciascuno di essi conserva la proprietà e l’amministrazione dei beni che costituiscono la sua quota di partecipazione.

Nel caso in cui uno dei coniugi risulti intestatario dell’intero immobile, sarà lui a dover pagare l’intera Imu. Tuttavia, se l’immobile è adibito ad abitazione principale, potrà usufruire delle agevolazioni previste dalla normativa. Infatti, l’articolo 13 del decreto legislativo n. 504/1992 prevede che l’Imu non debba essere pagata per l’abitazione principale.

Se invece entrambi i coniugi risultano intestatari dell’immobile, ognuno di loro dovrà pagare l’Imu relativa alla propria quota di proprietà. In questo caso, è importante sottolineare che l’Imu dovrà essere calcolata in base al valore catastale dell’immobile e alle aliquote stabilite dal comune di residenza.

È altresì importante precisare che, nel caso in cui uno dei coniugi risulti intestatario dell’intero immobile, ma l’altro coniuge abbia l’uso gratuito dell’abitazione, quest’ultimo dovrà comunque pagare l’Imu relativa alla sua quota di proprietà. Infatti, l’articolo 540 del codice civile prevede che il coniuge che ha l’uso gratuito dell’abitazione debba contribuire alle spese necessarie per il mantenimento e l’uso dell’immobile.

Per quanto riguarda la residenza in comuni diversi, è importante fare riferimento all’articolo 2 del decreto legislativo n. 23/2011, che prevede che l’Imu debba essere pagata al comune in cui è situato l’immobile. Pertanto, nel caso dei coniugi separati con residenze in comuni diversi, ognuno di essi dovrà pagare l’Imu al comune in cui è situato l’immobile di sua proprietà.

A parere di chi scrive, è opportuno sottolineare che, nel caso in cui uno dei coniugi risulti intestatario dell’intero immobile, ma l’altro coniuge abbia l’uso gratuito dell’abitazione, quest’ultimo potrebbe essere chiamato a contribuire alle spese relative all’Imu. Infatti, l’articolo 540 del codice civile prevede che il coniuge che ha l’uso gratuito dell’abitazione debba contribuire alle spese necessarie per il mantenimento e l’uso dell’immobile.

Possiamo quindi dire che, nel caso dei coniugi separati con residenze in comuni diversi, l’applicazione dell’Imu segue le regole generali previste dalla normativa vigente. Ogni coniuge dovrà pagare l’Imu relativa alla propria quota di proprietà, calcolata in base al valore catastale dell’immobile e alle aliquote stabilite dal comune di residenza. Inoltre, nel caso in cui uno dei coniugi abbia l’uso gratuito dell’abitazione, potrebbe essere chiamato a contribuire alle spese relative all’Imu.