Il diritto di visita del padre tossicodipendente al figlio

diritto di visita del padre tossicodipendente al figlio

Al termine della relazione, la coppia con figli si trova a dover gestire la continuità nei rapporti padre/madre con il figlio, spesso vissuta serenamente, altre in maniera turbolenta nel tentativo, ad esempio, di impedire il diritto di visita del padre tossicodipendente al figlio.

Abbiamo già avuto modo di trattare l’affidamento esclusivo del figlio indicando quali siano le ragioni che possono legittimare il Giudice ad affidare il minore a uno solo dei genitori. In questa sede ci occuperemo del passo successivo ossia di quando, una volta affidato alla madre, si dibatta del diritto di visita del padre tossicodipendente al figlio.

La particolarità data dalla tossicodipendenza del padre, che sicuramente ha pesato nella scelta dell’affidamento alla madre, va analizzata sotto due punti di vista: un primo, quello della dipendenza in sé, e un secondo relativo agli effetti conseguenti alla tossicodipendenza.

Sotto il primo punto di vista non c’è ragione per cui venga negato oppure ostacolato il diritto di visita del padre tossicodipendente al figlio.

Sotto il secondo punto di vista, invece, dipenderà da quali effetti la tossicodipendenza abbia concretamente nel momento della visita e se, quindi, sia tale da impedire incontri sereni, sicuri, tali da non turbare il minore che, di quelle visite, deve beneficiare.

Non va infatti dimenticato che è il diritto del minore al conservare un rapporto sano, costruttivo, educativo, affettivo con entrambi i genitori nonostante la loro separazione / divorzio a prevalere sul diritto di visita del padre o sulla volontà della madre affidataria. Altrettanto si può dire per il diritto dei nonni a vedere i nipoti, e viceversa.

Il diniego da parte della madre alla visita del padre, pur tossicodipendente, che però non si mostri violento o comunque in modo tale da turbare il figlio minore, sarà quindi a giudizio di chi scrive illegittimo e degno di esposto alla Procura della Repubblica.

Fuori dall’eventualità in cui il Giudice abbia indicato con precisione un calendario delle visite, queste dovranno tener comprensibilmente conto delle necessità organizzative della madre adattandosi alle concrete possibilità di quest’ultima tenuto conto dei suoi impegni, anche lavorativi.

Non le si potrà contestare quindi alcuna violazione del diritto di visita del padre al figlio che nasca da oggettive e non ripetitive opposizioni sensate. Inclusa l’eventualità in cui il padre chieda di vedere il figlio quando si presenti in uno stato alterato o pericoloso che rappresenti, per il figlio, un’esperienza non positiva.





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