L’antifascismo nella Costituzione italiana

In risposta a chi sostiene che non vi sia alcun riferimento all’antifascismo nella Costituzione italiana, pubblichiamo una breve ma significativa rassegna dei princìpi sanciti dalla nostra Costituzione che sono evidentemente incompatibili con il regime fascista precedente la sua scrittura.

Ricordiamo a tal proposito che solo con la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, celebrata il 25 aprile, è stata possibile l’organizzazione di un’Assemblea Costituente democraticamente eletta che, lavorando dal 1946 al 1948, ha posto le basi giuridiche sulle quali si sono potute ricostituire le libertà fondamentali e l’autodeterminazione degli italiani.

La mancanza di un riferimento esplicito all’antifascismo nella Costituzione italiana è banalmente e semplicemente dovuto al fatto che, durante il fascismo, l’antifascismo si poneva sotto forma di resistenza armata, di gruppi politici clandestini, di stampa clandestina con la quale, chi non volesse o potesse esporsi agli arresti, alle torture o alla deportazione conseguenti a scioperi o pubbliche manifestazioni, volesse comunque esprimere il proprio dissenso…

Ciò premesso, a parere di chi scrive, l’antifascismo insito nella Costituzione italiana è palesemente contenuto nei seguenti articoli:

• Art. 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”
E’ fuori discussione che il fascismo fosse invece un regime autoritario, antidemocratico e corporatista;

• Art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.”
Durante il fascismo, la manifestazione pubblica del proprio pensiero contrario al regime avrebbe causato, nella migliore delle ipotesi, all’avvelenamento con olio di ricino…;

• Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Il fascismo, al contrario, promuoveva la discriminazione e l’intolleranza;

• Art. 8: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.”
Il fascismo, invece, favoriva i rapporti con la Chiesa cattolica a scapito delle altre fedi;

• Art. 13: “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o di perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale…”
Ogni Cittadino era al contrario in balìa dell’iniziativa delle Squadre d’azione fasciste che controllavano il territorio;

• Art. 14: “Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire perquisizioni o ispezioni…”

• Art. 15: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.”

• Art. 19: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto.”
In contrasto con le politiche fasciste come anche sopra visto;

• Art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. […] Non si può procedere a restrizioni o limitazioni per motivi diversi dai motivi di sicurezza nazionale, di ordine pubblico, di tutela della salute, del decoro e dell’onore.”
Per un approfondimento sulla libertà di espressione rimandiamo alla lettura di: La libertà di parola nella Costituzione italiana;

• Art. 22: “Nessuna disposizione di legge può contraddire i princìpi fondamentali del diritto del lavoro o comunque deprimere i livelli di protezione del lavoratore.”
Il fascismo, con il blocco dei sindacati e dello sciopero, contraddiceva totalmente questo articolo;

• Art. 25: “Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.”
Sotto il fascismo questo principio era frequentemente violato, con la creazione di tribunali straordinari;

• Art. 34: “La scuola è aperta a tutti.”
Il fascismo, al contrario, restrinse l’accesso alla scuola in base alle condizioni sociali ed economiche;

• Art. 35: “La Repubblica italiana riconosce alla donna i diritti e le pari opportunità degli uomini.”
Le politiche fasciste erano marcatamente patriarcali e limitarono fortemente l’emancipazione femminile;

• Art. 41: “L’iniziativa economica privata è libera…”
Sotto il fascismo era presente un’altissima corruzione che, a fronte dei ‘doveri’ verso lo Stato e il Duce, chiudeva gli occhi sui privilegi e favoritismi di cui godeva l’élite al potere nelle cui mani era la possibilità di ‘fare impresa’.

Se le note contenute negli articoli fin qui citati non fossero sufficienti a delineare la melodia dell’antifascismo nella Costituzione italiana, si noti che la XII Disposizione transitoria della Costituzione (norma che ha anch’essa la stessa forza giuridica della Costituzione stessa, vieta espressamente la riorganizzazione del Partito Nazionale Fascista.

A conferma dell’assoluta inversione di rotta avvenuta con la nascita della Costituzione è da sottolineare che, la totale apertura verso i diritti individuali garantiti dalla nostra Costituzione è tale da aver permesso e permettere ancora oggi la presenza in Parlamento di partiti di ispirazione fascista, nonostante la sconfitta e il ripudio del fascismo, in virtù del diritto a esercitare la libertà di opinione e di associazione politica di ciascun Cittadino sempre che, ovviamente, nel loro agire siano rispettosi della Costituzione stessa e delle leggi vigenti.

Testo integrale della Costituzione italiana (Senato della Repubblica)