Recupero dei crediti Forex, quando è possibile?

Il crescente interesse verso gli investimenti online alla ricerca di facili guadagni ha sicuramente premiato alcuni ma altrettanto ‘castigato’ tanti che per la propria inesperienza devono ora affrontare il problema del recupero dei crediti Forex.

Chiarito già in altra sede che comprare criptovalute o parimenti altre valute è del tutto lecito anche in Italia, e ammesso (ancorché tutto da verificare) che vi siano crediti esigibili, quando è possibile nutrire qualche legittima speranza di recupero dei crediti Forex?

Cominciamo col dire che Forex, altrimenti indicato FX, è un acronimo per FOReign EXchange, e indica lo scambio (la compravendita) di valute estere alle quali possono essere equiparate le criptomonete.

Quando il Forex è stato concepito, serviva a soddisfare le concrete esigenze di privati e società (o Stati) che dovessero regolare rapporti commerciali in una valuta diversa dalla propria ma, con il tempo, complice anche il mito delle fortune create in una notte a Wall Street, ha preso piede come formula speculativa diffusa, finalizzata alla auspicata generazione di (rapide) plusvalenze da cessione delle stesse.

Lo scambio avviene sui mercati finanziari ai quali il singolo trader quasi sempre accede attraverso un broker o una piattaforma di brokeraggio che applicano una provvigione come remunerazione della propria prestazione e a tal proposito veniamo così a trattare la prima delle possibilità di perdita, ossia quella determinata dalle commissioni (sottoscritte) e applicate sulle movimentazioni disposte dal trader. A giudizio di chi scrive, per queste è da escludere ogni possibilità di recupero di queste somme.

La seconda eventualità è quella in cui la perdita si sia verificata all’interno di un contesto ‘legale’. Quando cioè il broker o la piattaforma siano regolarmente autorizzati a operare e lo facciano nel rispetto della normativa in materia. Anche in questo caso, per le perdite (tecnicamente, le minusvalenze) che derivino da scelte sbagliate operate dal trader (o dalla piattaforma nel caso in cui le fosse stato conferito il potere di operare in proprio nome e conto delle transazioni) per inesperienza o perché mal consigliato su quali fossero gli scambi migliori (di sicuro con l’avvertimento della non infallibilità dei suggerimenti datigli), altrettando a giudizio di chi scrive non v’è possibilità di agire per il recupero dei crediti Forex.

La terza e ultima eventualità consiste invece nelle perdite verificatesi operando con la mediazione di broker o su piattaforme a ciò non autorizzati e, in questo caso, esiste una seppur modesta speranza di recupero dei crediti Forex.

Si tratta in questi casi, per lo più, di truffe e come tali vanno trattate a cominciare dalla segnalazione non solo alla Consob in quanto Autorità cui è demandata la vigilanza sui mercati finanziari affinché provveda quanto prima a inibire la prosecuzione del comportamento illecito ai danni di altri malcapitati, ma anche all’Autorità giudiziaria sporgendo denuncia così che, generalmente tramite la Polizia postale, vengano acquisiti tutti gli elementi di prova utilizzabili nella conseguente azione risarcitoria che si potrà intraprendere, assistiti da un Avvocato (con competenze specifiche!).

Questa è l’unica via realistica per tentare il recupero dei crediti Forex!

Chi abbia architettato una simile truffa lo avrà fatto sicuramente sfruttando tutti i mezzi possibili, tecnologici e legali, per cancellare le tracce che portino a sé e al maltolto, sfruttando l’anonimato quasi sempre garantito dalla blockchain e approfittando della complessità delle indagini che, a seguito della denuncia di cui sopra, dovessero quasi certamente coinvolgere giurisdizioni estere non sempre pienamente collaborative.

Ciò detto per un obbligo di realismo verso chi legge, non bisogna farsi prendere dallo sconforto ed è sempre meglio agire, anche unendosi a eventuali azioni collettive che siano già state avviate.

Per approfondimento:

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