Salario minimo garantito, la differenza con il salario minimo legale…

Il salario minimo garantito è un diverso istituto giuridico introdotto in alcuni Paesi per assicurare un livello di reddito al di sotto del quale nessun lavoratore può scendere. 

Esso rappresenta un’evoluzione del tradizionale salario minimo legale ed è finalizzato a garantire una paga sufficiente per vivere dignitosamente.

Mentre il salario minimo legale stabilisce la retribuzione oraria minima da corrispondere, il salario minimo garantito si concentra sul reddito minimo mensile o annuo così che l’obiettivo da quest’ultimo perseguito è quello di assicurare che, anche con un orario di lavoro ridotto o occasionali periodi di disoccupazione, nessun lavoratore possa percepire un reddito totale inferiore ad una certa soglia.

Solitamente definito da un organismo statale tenendo conto del costo della vita, delle retribuzioni medie nazionali e dei livelli di povertà pertanto, a seconda delle legislazioni, può trattarsi di un importo fisso mensile oppure di una somma variabile anche in relazione alla composizione del nucleo familiare.

E’ da notare poi che, per colmare eventuali differenze tra il reddito effettivo del lavoratore e quello minimo garantito, laddove disciplinato intervengono sussidi pubblici appositi erogati mensilmente o sotto forma di conguaglio alla fine dell’anno in modo da tutelare maggiormente le fasce più deboli, evitando che fluttuazioni nelle entrate li facciano scivolare sotto la soglia di povertà.

Tra i Paesi che hanno introdotto questo istituto ci sono Regno Unito, Paesi Bassi, Francia, Finlandia, Danimarca mentre l’Italia non prevede ancora il salario minimo garantito né su base annua, né mensile.

Quali sono i vantaggi del salario minimo garantito rispetto al salario minimo legale?

Abbiamo già visto in cosa consistono entrambi ed analizziamo ora quali sono i principali vantaggi del salario minimo garantito rispetto al mero salario minimo legale.

Il primo presenta anzitutto un vantaggio consistente fornendo una maggiore tutela del potere d’acquisto dei lavoratori, soprattutto per chi ha contratti atipici o lavora solo parte dell’anno.

Non considerando aspetti come l’incentivo all’occupazione, con il salario minimo garantito i datori di lavoro sono generalmente più propensi ad assumere anche personale part-time o a termine poiché i costi per l’azienda non variano molto.

Il salario minimo garantito assicura inoltre un livello di reddito annuale sufficiente anche in presenza di periodi di non occupazione, evitando che le famiglie scivolino sotto la soglia di povertà.

  • Maggiore semplificazione: non è necessario calcolare l’effettiva retribuzione oraria, bastano le entrate annue lorde che vengono integrate con maggiorazioni ad hoc;
  • Più aderente alla realtà attuale dei mercati del lavoro flessibili: meglio di una rigida soglia oraria, considera le nuove forme di occupazione discontinua;
  • Stimolo per la formazione continua che aumenta le possibilità di impiego e reddito tra una prestazione e l’altra.

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