Conviventi di fatto e successioni ereditarie: le regole da sapere

Successione ereditaria dei conviventi di fatto

La successione ereditaria dei conviventi di fatto è un tema di grande importanza che spesso suscita dubbi e incertezze. In questo articolo, cercheremo di fare chiarezza sulle regole da conoscere per gestire al meglio questa delicata situazione.

La legge italiana, infatti, prevede che la successione ereditaria sia regolata dal principio della parentela, che attribuisce la qualità di erede ai parenti più prossimi del defunto. Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito a un aumento delle convivenze di fatto, ovvero quelle unioni tra persone che vivono insieme senza essere sposate o unite da un legame di parentela.

Iniziamo col dire che, a differenza dei coniugi, i conviventi di fatto non hanno diritto automatico alla successione ereditaria. Infatti, la legge italiana non riconosce loro alcun diritto di successione, a meno che non siano stati stipulati dei testamenti o dei contratti di convivenza che prevedano tale eventualità.

Tuttavia, è importante sottolineare che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 162 del 2014, ha stabilito che l’assenza di una disciplina specifica per i conviventi di fatto nella successione ereditaria è incostituzionale. Pertanto, è possibile che in futuro vengano introdotte delle norme che regolamentino questa situazione.

Nel frattempo, i conviventi di fatto possono tutelarsi attraverso la stipula di un testamento o di un contratto di convivenza. Nel testamento, il convivente può indicare chi desidera che sia il suo erede e in che misura. Nel contratto di convivenza, invece, è possibile stabilire le regole che disciplinano la convivenza stessa, compresa la successione ereditaria.

È importante sottolineare che, in mancanza di testamenti o contratti di convivenza, la successione ereditaria dei conviventi di fatto segue le regole della successione legittima. Questo significa che, in assenza di figli o di altri parenti più prossimi, i conviventi di fatto non avranno diritto all’eredità, che andrà ai parenti più prossimi del defunto.

Tuttavia, è altresì importante ricordare che, in caso di convivenza stabile e duratura, i conviventi di fatto possono richiedere il riconoscimento della comunione dei beni. Questo significa che, se i conviventi hanno acquistato dei beni insieme o li hanno utilizzati per il sostentamento della famiglia, tali beni potranno essere divisi in caso di separazione o di morte di uno dei conviventi.

Inoltre, è importante sottolineare che, in caso di convivenza di fatto, i conviventi possono richiedere il riconoscimento di una pensione di reversibilità. Questo diritto spetta al convivente superstite se il defunto era iscritto ad un fondo pensione o se aveva maturato dei contributi previdenziali.

In conclusione, la successione ereditaria dei conviventi di fatto è un tema complesso che richiede attenzione e tutela. Nonostante la legge italiana non riconosca loro alcun diritto automatico alla successione, è possibile tutelarsi attraverso la stipula di testamenti o contratti di convivenza. Inoltre, in caso di convivenza stabile e duratura, è possibile richiedere il riconoscimento della comunione dei beni e della pensione di reversibilità.