Unioni civili eterosessuali e reversibilità: cosa prevede la legge in caso di morte di uno dei partner

unioni civili eterosessuali e reversibilità: cosa prevede la legge in caso di morte di uno dei partner

Le unioni civili eterosessuali reversibilità sono una forma di riconoscimento giuridico delle relazioni affettive e convivenziali tra persone di sesso diverso, che non intendono contrarre matrimonio. Questa forma di unione è stata introdotta in Italia con la legge n. 76 del 2016, che ha previsto una serie di diritti e doveri per i partner, tra cui la reversibilità in caso di morte di uno di essi.

La reversibilità è un diritto che consente al partner superstite di beneficiare di una parte della pensione di reversibilità dell’altro partner deceduto. Questo diritto è riconosciuto anche alle unioni civili eterosessuali, garantendo così una tutela economica al partner rimasto in caso di decesso del convivente.

Secondo la legge n. 76 del 2016, l’importo della pensione di reversibilità per le unioni civili eterosessuali è pari al 60% dell’importo della pensione spettante al defunto. Tuttavia, è importante sottolineare che la reversibilità non è automatica, ma deve essere richiesta dal partner superstite entro un anno dalla data di morte del convivente.

Per ottenere la reversibilità, il partner superstite deve presentare domanda all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, fornendo la documentazione necessaria per dimostrare la convivenza e la durata della relazione. È fondamentale presentare tutti i documenti richiesti, come ad esempio il certificato di unione civile, il certificato di residenza e altri documenti che possano attestare la convivenza e la durata della relazione.

Una volta presentata la domanda, l’INPS valuterà la documentazione e, se ritenuta idonea, procederà al riconoscimento della pensione di reversibilità. È importante sottolineare che la reversibilità può essere revocata nel caso in cui il partner superstite si risposi o conviva stabilmente con un’altra persona.

È altresì importante sottolineare che la reversibilità non è l’unico diritto riconosciuto alle unioni civili eterosessuali in caso di morte di uno dei partner. Infatti, la legge prevede anche il diritto all’eredità, che consente al partner superstite di ereditare una parte dei beni del defunto, a parità di diritti con gli eredi legittimi.

Inoltre, la legge prevede anche il diritto al mantenimento della casa coniugale, che viene attribuita al partner superstite in caso di morte del convivente. Questo diritto è riconosciuto anche in caso di separazione o divorzio, garantendo così una tutela abitativa al partner più debole economicamente.

Possiamo quindi dire che le unioni civili eterosessuali reversibilità offrono una serie di diritti e tutele ai partner, garantendo loro una tutela economica e patrimoniale in caso di morte di uno dei conviventi. Tuttavia, è importante sottolineare che la reversibilità non è automatica, ma deve essere richiesta entro un anno dalla data di morte del convivente, fornendo la documentazione necessaria per dimostrare la convivenza e la durata della relazione.