Ogni giorno migliaia di persone tentano di entrare illegalmente nel nostro Paese, rischiando la vita per superare le frontiere via terra o via mare dando vita a un problema, quello delle frontiere violate, che interessa l’Italia ma anche l’inter Unione europea.
Sono gli immigrati clandestini, uomini, donne e bambini in fuga da guerre, povertà e persecuzioni, disposti a tutto pur di raggiungere l’eldorado Europa.
Tuttavia, dopo anni abbiamo imparato che quello degli irregolari è un viaggio verso l’inferno e le frontiere violate sono il minore dei problemi…
L’attraversamento del Mediterraneo si trasforma troppo spesso in tragedia, come testimoniano i frequenti naufragi: sono migliaia i migranti morti o dispersi nel Mar Mediterraneo e per i fortunati che giungono a destinazione, li attende un’esistenza da invisibili, tra lo sfruttamento della criminalità organizzata e la costante minaccia di espulsione.
L’Italia da anni è in prima linea nell’accoglienza dei migranti, ma urge una gestione del fenomeno più umana, solidale e lungimirante a livello europeo. Criminalizzare l’immigrazione clandestina, come faceva il Decreto Sicurezza del 2018, non risolve il problema. Servono canali legali di ingresso e percorsi di integrazione per sottrarre gli immigrati allo sfruttamento. Bisogna combattere le cause profonde di queste migrazioni epocali, non erigere muri ma costruire ponti.
Solo una visione complessiva, che coniughi controllo dei confini con rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni individuo, potrà affrontare davvero il dramma di chi rischia la vita per un futuro migliore.
Quali pene per gli immigrati clandestini?
Quando si parla di immigrazione irregolare, uno degli aspetti più dibattuti sono le conseguenze che possono subire gli stranieri sorpresi a vivere clandestinamente in Italia. Il nostro ordinamento prevede infatti alcune misure punitive per scoraggiare e reprimere questo fenomeno.
La prima, piuttosto scontata, è l’espulsione: chi viene trovato sul territorio italiano senza un valido permesso di soggiorno riceve un foglio di via, cioè un invito perentorio a lasciare il Paese entro 7 giorni. Se non lo fa spontaneamente, può essere accompagnato coattivamente alla frontiera dalle forze dell’ordine.
Ma non finisce qui. Gli immigrati irregolari rischiano anche la detenzione amministrativa nei centri per il rimpatrio, strutture che di fatto assomigliano a dei centri di detenzione veri e propri, dove si può rimanere fino a 180 giorni in attesa di organizzare il rimpatrio nel Paese di origine.
In alcuni casi, quando ci sono aggravanti o si violano precisi divieti di reingresso, si può finire addirittura in carcere, con pene detentive che vanno da 1 a 4 anni di reclusione. Insomma, la vita dell’immigrato clandestino che viene scoperto è tutt’altro che semplice. Le maglie della legalità stringono e le conseguenze possono essere molto pesanti.
L’integrazione degli immigrati è una sfida decisiva per il nostro futuro: non possiamo voltare lo sguardo dall’altra parte di fronte a questa tragedia umanitaria alle porte dell’Europa.
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