Un primo importante diritto di cui gode la moglie a carico del marito pensionato è la pensione di reversibilità. Nel caso di morte del marito pensionato, infatti, la moglie ha diritto ad avere una percentuale della pensione del marito percepita a titolo di reversibilità. Tale percentuale varia in base a diversi fattori, come ad esempio se vi sono altri familiari aventi diritto oltre alla moglie.
Un altro diritto della moglie è la possibilità di richiedere gli assegni destinati al coniuge. Questa è una prestazione economica che lo Stato eroga in integrazione del reddito familiare quando il coniuge, in questo caso il marito, percepisce già una pensione diretta, come quella di vecchiaia o anticipata. Tali assegni spettano alla moglie solamente se è considerata fiscalmente a carico del marito pensionato.
Vi è poi il beneficio delle detrazioni fiscali. Essendo titolare di una pensione, il marito può detrarre dal proprio reddito imponibile una somma variabile in base allo stato civile e alla composizione del nucleo familiare. Questo meccanismo fiscale comporta un risparmio economico per l’intera famiglia.
Da citare infine l’esenzione dal pagamento del canone Rai, di cui gode la moglie convivente qualora sia coniugata con un marito pensionato.
Queste le principali tutele di cui la normativa italiana garantisce la moglie nella condizione di essere a carico del marito pensionato di cui ci siamo occupati anche qui: Pensione con moglie a carico e qui: Importo della pensione minima di vecchiaia, cosa devi sapere? e qui: Un pensionato può avere la pensione di invalidità?
Qual è la percentuale della pensione del marito che la moglie può ricevere a titolo di reversibilità?
Salvo aggiornamenti sopraggiunti, per i quali si rimanda all’INPS, la percentuale di pensione reversibile alla moglie varia in relazione alla composizione del nucleo familiare al momento del decesso del marito pensionato. Nel caso in cui non vi siano altri familiari oltre alla moglie, quest’ultima ha diritto al 60% dell’importo della pensione percepita dal marito.
Qualora, oltre alla moglie, vi sia un solo figlio sopravvissuto, allora la percentuale riconosciuta alla moglie decresce fino a raggiungere il 70% della pensione, mentre il restante 30% viene ripartito equamente tra moglie e figlio.
Nei casi in cui, oltre alla coniuge, sussistano due o più figli superstiti, la quota previdenziale attribuita alla moglie sale all’80% se i figli sono uno, mentre raggiunge il 90% se i figli sono due o più.
In ogni circostanza, l’importo della pensione di reversibilità ricevuto dalla vedova non può scendere al di sotto delle eventuali maggiorazioni godute inizialmente dal marito.
Pertanto, la normativa fissa la percentuale minima nella misura del 60%, che può però ampliarsi, in presenza di ulteriori soggetti aventi diritto, anche fino al massimo del 90-100% dell’assegno previdenziale originariamente percepito dal coniuge defunto.